La fibra di amianto è considerata un materiale pericoloso nel momento in cui diventa friabile, cioè si rompe in piccoli pezzi ed in polvere, con le fibre che vengono rilasciate nell’aria. Le fibre di amianto, di forma aghiforme, possono essere respirate e introdotte nei polmoni, con il rischio di causare nel tempo gravi malattie. Quando si lavora questo materiale e si eseguono operazioni di taglio, si possono verificare dei rilasci di alte concentrazioni di fibre di amianto, che sono microscopiche e non possono essere viste ad occhio nudo.

L’amianto non viene oggi del tutto smaltito, ma viene solo “delocalizzato” in depositi di stoccaggio o discariche apposite. Il rischio chimico quindi permane. In questo attuale scenario è sempre più necessario individuare una soluzione che porti alla completa eliminazione del rischio chimico legato all’amianto rendendolo un materiale non più pericoloso e addirittura riutilizzabile.

La realizzazione di macchinari adatti allo scopo e la verifica a livello di laboratorio della bontà del sistema di smaltimento e riutilizzo per la produzione di piastrelle da esterno individuato, oltre ad accertarsi dell’assoluta assenza di pericoli per gli operatori, anche in caso di guasto del sistema, rappresenta la sfida innovativa della nostra start up, grazie ad un sistema innovativo ed ecologico. Inizialmente il mercato di riferimento sarà quello delle ditte che si occupano di smaltimento amianto, per poi proporre la soluzione anche a livello di governo e amministrazioni locali.